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La forza della Natura

Cervello e infiammazione 13 Sep 2024, 2:29 pm

Possiamo fare molto per il bene del nostro cervello, e purtroppo possiamo fargli anche del male, magari inconsapevolmente.

Siamo qui per fare chiarezza.

Fino a qualche decennio fa nella comunità scientifica c’era la certezza che il cervello umano fosse un organo piuttosto “statico”, con funzioni ritenute immodificabili e incapaci di ripararsi.
Sempre più i più recenti studi invece, dimostrano come il cervello sia assolutamente plastico, in continua trasformazione e, tra tutti gli organi, quello più capace di rinnovamento: numerosi rilievi anatomo-patologici hanno dimostrato , studiando l’organismo di soggetti ultra centenari, che il cervello non risulti per nulla invecchiato a differenza degli altri apparati logorati dal tempo.
Altrettanto interessante è poi sapere che invece altri rilievi, dimostrano come il cervello di trentenni possa in alcuni casi apparire peggio di quello degli anziani, con lesioni e placche testimonianza di un invecchiamento precoce.
Cosa determina queste differenze?

In questa sede, parleremo delle 2 strategie anti-infiammazione, quelle essenziali:

  • dieta e integrazione alimentare
  • atteggiamento mentale

Ma andiamo con ordine.

Come l’infiammazione influenza il cervello e cosa comporta questo?

“La base biologica dell’influenza dell’infiammazione sulla sfera psico-emozionale va ricercata nell’ alterazione dello spazio fra neurone e neurone (sinapsi) e nella disregolazione del metabolismo del cervello in toto per un eccesso di infiammazione causata dalle cellule della glia.

Un’alterazione della funzione sinaptica altererà sia il dialogo fra le varie parti del cervello sia i circuiti psiconeuroendocrinoimmunologici coinvolti nella infiammazione cronica e negli equilibri emozionali. Un cervello infiammato è una evidenza che allontana sempre di più la persona da se stessa e la rende sempre più preda di istanze istintuali dove valori, empatia, autocontrollo scompaiono sempre di più.

L’infiammazione cronica è alla base di qualunque disagio psichico, dall’inquietudine continua all’ansia generalizzata, da questa agli attacchi di panico, dalla depressione ansioso-depressiva alla depressione maggiore, fino alle psicosi.

Attualmente la Psichiatria, come del resto le altre branche mediche, si disinteressa completamente dello stile di vita della persona, all’interno del quale si annidano le cause vere dei disturbi che vengono purtroppo controllati solo farmacologicamente o tutt’al più col supporto della Psicoterapia.

Nessuno, compresi gli operatori della salute mentale in senso lato, potrà esimersi in futuro dall’occuparsi di infiammazione cronica silente”.

Tratto da “Infiammazione cronica silente. La vera causa delle malattie più diffuse” del Dott.Andrea Grieco.

Dieta e integrazione alimentare

Nelle medicine tradizionali viene da sempre studiata la corrispondenza tra la forma degli organi e quella degli alimenti che li mantengono in salute.
La più evidente similitudine , nel caso del cervello, è quella con la noce.
Le noci, infatti, semi oleosi tipici dell’autunno, ricche di sali stimolanti, ferro, fosforo, magnesio, vitamina B1, acidi grassi essenziali, omega-3 e omega-6, nella dose di 4 o 5 al giorno rappresentano un toccasana per quest’organo.
Diversi studi hanno confermato che gli acidi omega-3, presenti anche nel pesce azzurro, hanno un ruolo fondamentale nella crescita e nello sviluppo del tessuto cerebrale.
Altre ricerche confermano che gli acidi grassi omega-3 riducono le infiammazioni.

Una regolare attività fisica, magari all’aria aperta a contatto con la natura, è un’ altra amica fondamentale del nostro cervello, oltre ad una alimentazione povera di zuccheri e di cibi raffinati.

Un aiuto in più ci arriva dall’integrazione alimentare, che sempre di più oggi ci sostiene fornendo tutti quei principi nutritivi di cui siamo carenti a causa per lo più dei fattori inquinanti e dello stress.
Per sostenere le funzioni cognitive, Naturvis propone un pacchetto specifico composto da tre prodotti:

  • TRIKRILL , olio di krill antartico, fonte di Omega-3, colina, astaxantina
  • PROVITAVIS multiminerale e multivitaminico
  • MERAVIS a base di aminoacidi, griffonia, melissa e SAMe

Atteggiamento mentale

Adagiarsi nelle abitudini, rimanere confinati in meccanismi mentali sempre uguali e ripetitivi, può essere una comoda tendenza, ma non sicuramente quello che mantiene un cervello giovane e attivo.

Il nostro cervello ha bisogno anche di novità, di nuovi stimoli, di ondate di piacere che gli diano una sferzata di energia e freschezza.

Più rilassamento meno stress

Studi conclusi nel 2006 dai ricercatori della Medical School of Harvard hanno dimostrato che durante uno stato di RILASSAMENTO profondo il cervello aumenta di spessore e produce onde gamma, attività elettriche interneuronali che fanno invecchiare meglio e riducono il rischio di malattie degenerative come la demenza senile.
Una dei grandi fattori che intossicano il cervello è lo stress, grande problema del mondo moderno.
La frenesia inibisce la presenza a se stessi, favorita invece da piccoli stop che riequilibrano il sistema nervoso, il sistema cardiovascolare e il sistema immunitario.

Oggi sappiamo che le cellule nervose possono rigenerarsi, ma sappiamo anche che lo stress psicofisico inibisce questa rigenerazione, come confermato dai ricercatori dell’Università di Auckland, in Nuova Zelanda.

Pillole di salute

Selene Calloni Williams, scrittrice, psicologa, caldeggia l’introduzione nella quotidianità dei cosiddetti OMI (one minute immersion), piccoli ma frequenti momenti di meditazione capaci di rigenerarci e favorire quegli stati meditativi e di rilassamento che tanto il nostro cervello ama.

Ci sono poi atteggiamenti che stressano e nuociono al nostro cervello: autocritica e perfezionismo.
Il rimugino mentale tipico dell’auto-analisi non fa per niente bene al nostro cervello.
Imparare invece l’osservazione di sé libera dal giudizio, lasciar “fluire” anche le parti di noi che non ci piacciono: sono ottimi rimedi per favorire un cervello in salute.

“Il nostro mondo interno dialoga col cervello e viceversa.
Se si è in infiammazione cronica, è come se la mente recepisse una minaccia…che questa venga dall’esterno o dal mondo interno, il risultato è lo stesso: un senso di inquietudine, di ipervigilanza, di allarme, a cui diamo un nome: “ansia”.
Chi puo dirsi libero dall’ansia? Ebbene la causa per lo più misconosciuta di ansia è l’infiammazione cronica silente di basso grado.. a seconda del suo “grado”, avremo sintomi ansiosi maggiori o minori.
Non esiste la “mente” come unità a se stante: la mente è una funzione del cervello. Un cervello infiammato sta alla base di una mente in squilibrio. Tale squilibrio è proporzionale al sovvertimento della comunicazione tra neuroni indotto dall’infiammazione” (Dott. A. Grieco).

Possiamo fare molto quindi per la salute cognitiva e psicologica del nostro cervello, con piccoli grandi gesti quotidiani capaci si sostenerne la salute.

L'articolo Cervello e infiammazione proviene da Naturvis.

Infiammazione cronica silente e bambini 2 Jul 2024, 7:22 am

“L’infiammazione cronica silente di basso grado è una entità clinica drammaticamente incompresa e sottovalutata dalla stessa classe medica.

Il motivo di questa superficialità nell’affrontarla dipende dal fatto che la cultura medica corrente è, ad oggi, sostanzialmente disinteressata al concetto di “terreno biologico”, ambito nel quale questo disturbo funzionale si colloca.

Di infiammazione ne esistono di diversi tipi, ma di qualunque tipo si tratti, parliamo sempre di un meccanismo di difesa, che le nostre abitudini di vita mettono spesso in condizione di degenerare in direzione auto-aggressiva.

L’umanità intera ha preso una china poco rassicurante: iperalimentazione, sedentarietà ed eccesso di stress (tutte cause di infiammazione cronica) sono strettamente correlati a malattie dilaganti, sempre più malati giovani, fragilità verso le malattie infettive in genere, virali in particolare.

Di questo passo gli scenari che si apriranno si prospettano a dir poco preoccupanti.

L’uso dei farmaci è in continuo aumento e questo depone per una sempre più diffusa incapacità della nostra biologia a badare a se stessa: i farmaci in genere vicariano meccanismi di autoregolazione che il nostro organismo non riesce più a far funzionare correttamente.

Se i farmaci più prescritti, da qualunque medico o specialista, sono gli antinfiammatori (FANS e cortisonici) e/o i modulatori della risposta infiammatoria (immunosoppressori, anticorpi monoclonali, ecc..) non si deve essere super-scienziati per capire che l’infiammazione entra nella fisiopatologia di tutte le malattie con cui il medico si confronta.

L’infiammazione cronica silente di basso grado è presente nella fisiopatologia di tutte le malattie più diffuse, cioè implicata nelle modificazioni delle funzioni biologiche che poi genereranno la malattia.

Quali sono le malattie correlate con l’infiammazione cronica?

Vediamone un breve elenco, che riporta quelle più diffuse:

  • Diabete. L’infiammazione, quando coinvolge il pancreas, determina la comparsa di una presenza massiccia di macrofagi, che riduce la secrezione insulinica; questa è una delle cause di diabete, situazione nella quale la glicemia si mantiene costantemente elevata.L’insulina poi, essendo un ormone con azione pro-infiammatoria (che cioè favorisce l’infiammazione), va ad aggravare l’infiammazione sistemica di fondo, con produzione di grasso viscerale; il grasso viscerale a sua volta produce citochine infiammatorie, che aumentano il livello di infiammazione sistemica: si instaura un circolo vizioso dalle conseguenze facilmente immaginabili.
  • Malattie infiammatorie croniche (con impronta autoimmunitaria): tra queste si annoverano le malattie infiammatorie croniche intestinali (o MICI) come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn; le malattie reumatiche tipo artrite reumatoide o sindrome di Sjogren o artrite psoriasica; la psoriasi; la sclerosi multipla…l’elenco potrebbe essere molto più lungo.
  • Malattie neurodegenerative: come il morbo di Alzheimer ed il morbo di Parkinson.
  • Malattie cardiovascolari: come infarto del miocardio, scompenso cardiaco e fibrillazione atriale, nelle quali la componente infiammatoria cronica di base è ormai accertata.
  • Osteoporosi e artrosi: l’aumento del cortisolo circolante negli stati infiammatori cronici riduce il tono calcico delle ossa e favorisce la degenerazione delle cartilagini, unitamente al riassorbimento dell’osso per effetto delle citochine pro-infiammatorie che stimolano gli osteoclasti dell’osso a riassorbire la matrice ossea.
  • Decadimento cognitivo: con associata depressione da stato infiammatorio cronico cerebrale ove il binomio iperglicemia/ iperinsulinemia ne spiega sia l’insorgenza che la progressione.
  • Riduzione della fertilità di coppia: uno dei pionieri in Italia sulla riduzione della fertilità innescata dall’infiammazione cronica è il Dott. Fabrizio Cerusico, il cui recente libro “L’energia della fertilità” fa il punto sulla relazione nefasta fra una serie di fattori pro-infiammatori e la fertilità.
  • Invecchiamento cutaneo precoce, con perdita di tono connettivale e vitalità, con tendenza a macchie, verruche seborroiche, fibromi, ecc..
  • Alterazioni della risposta immunitaria: sia in senso ipoergico (cioè nel senso di una risposta indebolita, insufficiente, che espone ad esempio a facili infezioni) che iperergico (cioè con una risposta aumentata, eccessiva, come nelle allergie) o iperergico-disergico (cioè con risposta aumentata ma inefficace).
  • Tumori: la relazione fra infiammazione cronica e tumori è una acquisizione certa, come dimostrato da una serie innumerevole di studi scientifici pubblicati negli ultimi anni.

Parliamo di bambini

I primi a patire le conseguenze di uno stato infiammatorio cronico silente di basso grado sono i bambini ed a seguire gli adolescenti.

Lo stile di vita abituale dei bambini e degli adolescenti è, come quello degli adulti, ideale per ammalarsi. I bambini trovano come guide, in questo inconsapevole cammino verso le malattie, proprio i genitori.

La prima fonte di infiammazione cronica è la nutrizione; la seconda è lo stress eccessivo. In entrambi i genitori hanno un ruolo di primo piano.

Nutrire i bambini con cereali da colazione, yogurt alla frutta, biscotti, merendine, patatine, fruttini, mousse di frutta zuccherata, succhi di frutta, pizzette, crackers, cioccolata spalmabile, bevande zuccherate ( tè, aranciate ecc..), con pochi o niente verdure/ortaggi, con amidi in tutti i pasti, equivale a metterli in condizione di diventare obesi, di sviluppare diabete, di entrare in qualche malattia grave dove iperglicemia cronica/iperinsulinemia cronica sono alla base.

Anche nei bambini non ci dovrebbe essere la pancetta! Anche nei bambini il grasso viscerale è foriero di malattie. I bambini nel mondo occidentale sono sempre più in sovrappeso.

Un bambino in sovrappeso, un giovane in sovrappeso, con la pancetta, sono già dei malati che aspettano la prima diagnosi conclamata, spesso la prima di una possibile lunga serie.

Un bambino non può decidere per sé; un bambino si affida ai suoi genitori. Spetta a loro, o chi per loro se ne prenda cura, offrire il meglio ai propri figli e non lasciarli preda di voglie o addirittura dipendenze dannose.

Certo, è un compito difficile; è difficile instradare un adulto su un nuovo rapporto con il cibo, figuriamoci quanto lo è nel caso di un bambino.

Ma in tutti i modi va fatto, per il bene dei nostri figli.

Non è vero che un bambino è bello e in salute se è “cicciotto” o “paffutello”. Non è ne’ bello ne’ sano; se ha grasso viscerale è di fatto già malato.

La malattia non inizia con la diagnosi: quando la diagnostichiamo è già entrata nella sua fase terminale. Questo è bene ricordarlo sempre.

C’è poi lo stress ed il suo eccesso, detto distress. La cultura del “fare, fare, fare” porta i bambini ad avere delle agende zeppe di impegni di tutti i tipi.

Fermiamoli un po’ e fermiamoci noi insieme a loro. Riscopriamo la bellezza del tempo condiviso, vera linfa vitale delle relazioni intime e profonde.”

Nel mondo del “fare” diventa sempre più necessario rieducare noi stessi e i nostri bambini alla dimensione “dell’ essere”, trovare uno spazio dove allentare quella tendenza di attivazione che il nostro Sister Nervoso vive quasi incessantemente.

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Intestino e salute: il legame è indissolubile. Scopriamolo. 16 May 2024, 7:15 am

Che si parli di umore, di efficienza cognitiva, di malattie croniche, autoimmuni, infiammatorie o tanti altri aspetti di diverse patologie fisiche e mentali, lo sguardo della prevenzione si concentra sempre sul nostro intestino, a cui dovremmo garantire le migliori condizioni per svolgere al meglio i propri compiti.

Quali sono le condizioni ideali per l’intestino?

Essenzialmente due: semplicità a tavola e tranquillità nel mondo interiore.
Ormai numerosissime sono le ricerche che si concentrano sullo studio di questo complesso e a tratti misterioso organo, ed è ormai chiaro e certo quanto il livello della nostra salute psicosomatica dipenda da esso.
In particolare, studi su ultracentenari dimostrano che la longevità record delle persone che vivono nelle cosiddette zone blu ( Ogliastra in Sardegna, isola di Okinawa in Giappone, Isola di Icaria in Grecia, città di Loma Linda in California, penisola di Nicoya in Costa Rica) sia determinata anche dalla varietà ed equilibrio del loro microbiota, grazie a una dieta molto vegetale.

Cos’è il microbiota intestinale?

Il microbiota intestinale , anche noto come flora intestinale, è l’insieme dei microrganismi che vivono nell’intestino e che includono batteri, virus, funghi e altri microrganismi.
Svolge un ruolo fondamentale nella digestione, nell’assorbimento dei nutrienti, nella regolazione del Sistema immunitario e nella protezione contro i patogeni, ma si stanno scoprendo sempre nuove e più profonde ripercussioni sulla salute della sua buona qualità.
Oggi si parla di “microbiota revolution” per il cambiamento del nostro modo di concepire le malattie e la loro gestione che ruota attorno alle moderne conoscenza sul microbiota.

Anche l’antica saggezza dell’Oriente ne coglie l’importanza
In Oriente e nelle medicine orientali la pancia, dove ha sede l’intestino, è il centro dell’energia vitale dell’intero organismo.
La medicina cinese parla di Qi Hai (Qi è il nome che indica l’energia, Hai fa riferimento alla zona addominale).
I giapponesi indicano nell’ Hara (pancia) il baricentro fisico e mentale e la sorgente della vita.
La tradizione indiana individua della zona dell’intestino la localizzazione di uno dei primi chakra, legato alle emozioni e alla affermazione di sé.

Se hai cura della tua dieta, hai cura del tuo stato d’animo
Sempre più evidenza scientifiche dimostrano come il microbiota intestinale sia collegato a depressione e ansia; di conseguenza, sta prendendo sempre più forma un approccio terapeutico che si propone di trattare i disturbi della sfera psicologica anche attraverso l’alimentazione.
Una dieta ricca in carboidrati e cibi raffinati, povera di verdure e improntata su cibi precotti o comunque processati industrialmente, aumenta esponenzialmente il rischio di depressione.
Al contrario, un’alimentazione basata su verdura e frutta (non esagerando con quest’ultima a causa del carico glucidico), piccole porzioni, pesce, poca carne, assenza di bevande zuccherate e di cibi elaborati, promuove quella salute che passa da un sano equilibrio del microbiota intestinale.
Quest’ultimo sembrerebbe in grado di influenzare positivamente i livelli di triptofano ( indispensabile per produrre gli ormoni della felicità) e di acido chinurenico (neuorprotettivo).

Il respiro addominale che calma la mente
Diverse tecniche di meditazione raccontano i benefici di una respirazione consapevole che attivi il diaframma, il muscolo della respirazione, in modo da respirare “con la pancia”.
Concentrarsi su atti respiratori del genere, è un modo per agire contemporaneamente sul benessere sia intestinale sia cerebrale. Il risultato sarà la percezione di un benessere profondo.

Un aiuto in più per il benessere del nostro intestino
L’assunzione di alcuni ceppi di batteri intestinali ha dimostrato di contribuire al miglioramento del benessere generale dell’organismo, compreso quello psicologico.
I primi studi a questo riguardo sono stati condotti dai ricercati dell’Università di Cork in Irlanda, con la direzione del neuroscienziato Tedd Dinan, e dimostrano come alcuni ceppi batterici siano in grado di ridurre stress ed eccitabilità nervosa.
I più studiati risultano essere alcuni lattobacilli, come il rhamnosum, acidophilus e il Lactobacillus reuteri, che producono metaboliti quali acido 2-amminoisobutirrico, acido 4-aminobutirrico, dopamina, triptamina, poliammine e acidi grassi a catena corta, collegata serenità e a un maggior benessere mentale.

Dal microbiota dipende inoltre non solo il nostro peso forma (alcune specie batteriche ci fanno bruciare più calorie, altre ce le fanno accumulare), ma anche la nostra forza immunitaria.
Un microbiota ricco e vario ha un effetto positivo su tre aspetti: limitazione delle aggressioni batteriche, contrasto dell’ingresso di sostanze tossiche, produzione di cellule immunitarie specializzate.
La scienza parla addirittura di “sistema immunitario intestinale” facendo riferimento al fatto che l’ottanta per cento delle cellule immunitarie dell’organismo è presente proprio nell’intestino.

Infiammazione cronica e microbiota

Dal momento che tutte le malattie hanno una base infiammatoria cronica (cfr. “Infiammazione cronica silente, la vera causa delle malattie più diffuse” del Dott. A. Grieco), appare importante più che mai individuare le cause di tale stato infiammatorio.
Fra queste, un ruolo fondamentale appartiene al microbiota intestinale.
Se il nostro stile di vita maltratta ad oltranza il microbiota, questo indurrà uno stato infiammatorio che innescherà cambiamenti biologici alla base di malesseri e malanni vari.
É impossibile che resista a lungo una macchina biologica che viaggi sempre “su di giri”…l’infiammazione cronica è un “su di giri” continuo.
Abbiamo un corpo che è arcaico, che per milioni anni è stato abituato a vivere immerso nella natura, mangiando poco, con digiuni ricorrenti e occasionali minacce.
Oggi invece, quel corpo arcaico vive in un mondo moderno del tutto innaturale: estraneo alla natura, iper alimentato e immerso in stress continui.
Occorre ripartire da una rinnovata sensibilità, più vicina alla naturalezza e la semplicità delle cose, per spezzare questa corsa infiammatoria dannosa che passa anche dal nostro intestino, per la nostra salute in tutti i suoi aspetti.

Anche per gli antichi era l’origine di tutto
Il medico greco Ippocrate, padre della medicina, nel 400 a.C. affermava “tutte le malattie hanno origine nell’intestino”.
A farne un organo fondamentale per la salute è anche il Papiro di Ebers, un rotolo lungo 20 metri risalente al 1500 a.C. circa dove, insieme a informazioni mediche di vario tipo, si dice che le malattie provengono da un avvelenamento del corpo che origina dalla decomposizione degli alimenti nell’intestino.
Sono numerose le testimonianze di quanto il mondo egizio ritenesse importante l’intestino e la sua pulizia per corpo e anima. Anche la Medicina tradizionale cinese imputava al ristagno di feci l’origine di intossicazione dannosa per l’intero organismo.

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Meditazione per vivere meglio 3 Apr 2024, 2:58 pm

Scienze antiche e moderne si incontrano in un unico grande mondo: quello della meditazione.

Sempre più infatti si trovano conferme scientifiche sui preziosi benefici che una pratica meditativa costante può portare alla nostra vita, dal punto di vista fisico e mentale.

Grazie alla meditazione ogni aspetto della propria quotidianità può migliorare: la qualità del sonno, dell’energia vitale, delle relazioni interpersonali, dell’umore, della concentrazione…

Chi medita si sente meglio, fisicamente e mentalmente, più “centrato”, riesce meglio a gestire quel vortice di pensieri in cui invece spesso si cade vittima.

Di meditazione si può parlare a vari livelli: psicologico, terapeutico, spirituale.

In questa sede mi limiterò ad approfondirne i benefici cercando di rispondere alla domanda: PERCHè MEDITARE?

Cos’è la meditazione?

La meditazione è una pratica molto antica che consiste nel focalizzare la mente su un oggetto, un’idea o un’azione specifica, al fine di ottenere uno stato di CONSAPEVOLEZZA e tranquillità mentale.

Può assumere forme diverse a seconda della tradizione o della cultura da cui proviene, e anche il fine può cambiare a seconda del contesto in cui viene praticata.

Lo stato meditativo è uno stato che fisiologicamente è caratterizzato da determinate onde cerebrali, più lente e rilassate, collegate a stati di calma e concentrazione profonda; è uno stato in cui i sensi sono pienamente presenti, lucidi e attivi;  in cui proviamo la bellissima sensazione di trovarci “a casa”, in armonia con noi stessi e con il mondo.

La frequenza delle onde cerebrali mostra in quale condizione psicofisica si trova una persona. Se sono molto alte significa che il soggetto sta vivendo stress, ansia, nervosismo o stati simili. Quando si medita regolarmente si riesce a raggiungere un profondo stato di rilassamento proprio perché le onde cerebrali rallentano e si stabilizzano tra i 7 e i 19 Hertz.

Quali sono i benefici della meditazione sulla salute?

La meditazione è ormai studiata ed adottata in tutto il mondo per i suoi benefici fisici, mentali ed emotivi, diventando una importante risorsa per il benessere individuale e collettivo.

RIDUZIONE DI INFIAMMAZIONE E STRESS:

L’aumento dei livelli di cortisone, ormone dello stress, crea molti effetti dannosi tra cui il rilascio di sostanze chimiche infiammatorie, le citochine.

In un recente studio condotto per un periodo di otto settimane, lo stile di meditazione “meditazione consapevole” ha visto una importante riduzione della risposta infiammatoria dei candidati.

Questo e molte altre ricerche continuano a dimostrare come in presenza di patologie infiammatorie (coliti, fibromialgia, dolori diffusi..) e/o da stress (ansia, insonnia..) , i sintomi possono essere mitigati grazie alla meditazione.

PIÙ CONCENTRAZIONE E MEMORIA

Tutte le funzioni cognitive migliorano con la meditazione, e in particolare quelle legati alla memoria e alla concentrazione, legate anch’esse alla sensazione di essere ben lucidi e presenti.

MIGLIOR SALUTE EMOTIVA

La meditazione aiuta notevolmente a gestire il proprio stato interiore, con tutte le conseguenza positive del caso.

Una migliore comprensione delle risposte emotive porta a vivere più consapevolmente la propria relazione con se stessi e con gli altri, e quindi porta a un miglior vivere, in termini di umore, rapporti interpersonali e stati psicologici.

BREVE STORIA DELLA MEDITAZIONE “MODERNA”:

Fino agli anni 50 dello scorso secolo la meditazione è stata prerogativa di una dimensione spirituale.

Poco dopo inizia l’opera del Dott. Jon Kabat Zinn, il primo ad usare la meditazione come strumento terapeutico e a studiarla all’interno di protocolli specifici nell’ambito della gestione del dolore e dello stress in malati oncologici e cardiologici.

Contemporaneamente anche il mondo dello spettacolo iniziava ad avvicinarsi ad alcune forme di meditazione: i Beatles furono i primi a parlare della Meditazione Trascendentale e dopo di loro vi è una lunga lista di vip “meditanti” tra cui Richard Gere e Roberto Baggio.

Da qualche anno la meditazione non si occupa più solo di benessere psicologico ed è entrata negli ospedali con diverse applicazioni: dal controllo del dolore all’immunologia, dalla cura dell’ipertensione al rallentamento del declino cerebrale.

MIGLIOR SISTEMA IMMUNITARIO

La meditazione aumenta gli anticorpi. Uno studio recente ha infatti confermato che, dopo aver ricevuto lezioni di meditazione per 8 settimane, 48 lavoratori di un’azienda avevano livelli di anticorpi significativamente più alti rispetto al gruppo di controllo (colleghi che non meditavano) e livelli più alti rispetto a prima dello studio.

La meditazione stimola le regioni delle funzioni cerebrali del sistema immunitario.

Chi medita regolarmente si ammala di meno.Le compagnie assicurative statunitensi abbassano i premi assicurativi delle polizze malattia e polizze vita di coloro che meditano regolarmente.

RIDUZIONE DELL’ACIDOSI DELLA MATRICE EXTRACELLULARE

La meditazione, essendo accompagnata da rilassamento psicofisico, alcalinizza l’ambiente extracellulare grazie alla diminuzione degli ormoni dello stress (adrenalina, noradrenalina, cortisolo…).Tutto l’organismo va verso quello stato di quiete che dovrebbe essere la norma e che alimenta stati  salutari ottimali.

Occuparsi dell’equilibrio acidobase della matrice extracellulare, e nello specifico della sua tendenza al pH alcalino, significa migliorare il terreno biologico su cui poggia la salute dell’intero organismo.

La matrice extracellulare svolge un ruolo fondamentale: mette in relazione funzionale i 75 trilioni di cellule da cui è formato il nostro organismo: da essa passa il suo equilibrio interno; in essa si verificano gli scambi metabolici fra cellule ed ambiente extracellulare, le reazioni immunitarie, le infiammazioni e le malattie degenerative.

Affinché tutte queste funzioni siano svolte correttamente , il pH occorre essere tendenzialmente alcalino.

RIDUZIONE DELLA PRESSIONE SANGUIGNA

Diverse meta-analisi evidenziano un miglioramento significativo della pressione sistolica (massima) e diastolica (minima) nelle persone che praticano meditazione, rispetto a coloro che non meditano.

Questo non stupisce, se pensiamo che con la meditazione avviene quella modulazione tra sistema simpatico e ortosimpatico alla base anche dell’equilibrio nervoso.

A questo punto possiamo rispondere alla domanda iniziale: PERCHè MEDITARE?

Come abbiamo visto, il potere di una quotidiana pratica meditativa è immenso. Al di là dei singoli numerosi effetti benefici che la meditazione è in grado di portarci, esiste una saggezza antica dietro a questa pratica. Tutte le religioni e i rituali più antichi comprendono stati meditativi nei loro percorsi. Questo perché da sempre se ne è intuito il potere, in termini di salute, crescita personale e spirituale.

L'articolo Meditazione per vivere meglio proviene da Naturvis.

Stress e infiammazione: due facce della stessa medaglia 21 Feb 2024, 3:12 pm

A chi non è mai capitato almeno una volta di sentirsi schiacciati dalla quotidianità, con i suoi ritmi e i suoi impegni ?

Come sarebbe bello svegliarsi la mattina con l’entusiasmo e la carica giusta per affrontare una nuova emozionante giornata , senza la sensazione di avere un macigno da spostare ?!

E il bello è che siamo nati proprio per questo, per essere felici, energici, per realizzare i nostri talenti; non certo per trascinarsi con fatica attraverso delle giornate percepite come pesanti e sempre uguali.

Cosa possiamo fare per attenuare l’impatto nocivo di un eccesso di stress?

Oggi diversi studiosi e professionisti si occupano di stress, di quanto influisca sulla nostra qualità di vita.

Importante è conoscere certi meccanismi, per poter essere in grado di non esserne vittima e poter favorire quelli virtuosi piuttosto che quelli dannosi.

Parlando di stress, non possiamo non parlare di infiammazione.

Perchè?

“Stress e infiammazione sono un binomio che ha attraversato orizzontalmente il nostro sviluppo filogenetico come esseri umani. Lo stress è la risposta di adattamento a stimoli che tendano a disorganizzare i nostri equilibri omeostatici di mantenimento dell’integrità biologica.

L’infiammazione testimonia la vigilanza continua verso ciò che è estraneo o dannoso alla nostra struttura biologica.

Quando stress e infiammazione sono eccessivi, per intensità e durata, insorge alla fine la malattia.

Il binomio stress/infiammazione è inscindibile: sono due facce di una unica medaglia, che possiamo vedere nella più generica (e genetica)  programmazione al mantenimento della specie umana.

Lo stress cronico altera le funzioni della matrice extracellulare, aumenta lo stress ossidativo della cellula (accelerandone così la senescenza), disturba l’attività immunitaria e i vari assi endocrini (con disturbo della funzionalità tiroidea, gonadica, prostatica), favorisce la sindrome metabolica e i suoi effetti sugli assetti lipidici (aumento del colesterolo totale, aumento delle LDL, aumento dei trigliceridi) e sul metabolismo del glucosio.

L’ansia, le preoccupazioni continue, i pensieri tristi, le arrabbiature, le lamentele continue, ed ogni pensiero che non sia di pace e di amore universali provocano una iper-produzione di citochine.

Esiste uno stretto collegamento fra pensieri, sistema neurovegetativo ortosimpatico e attività immunitaria proinfiammatoria.

Se abbiamo a cuore la nostra salute dobbiamo fare di tutto per avere un organismo meno infiammato possibile come premessa per una mente serena.

Quali sono i danni del binomio stress-infiammazione?

Se lasciamo a se stessa la nostra vita mentale, si può lentamente scivolare in una condizione chiamata “sickness syndrome” che possiamo tradurre, usando una metafora, come la sindrome del “mi sento sempre in tensione come se avessi tante malattie addosso”.

La sickness syndrome si caratterizza per malessere generale, stanchezza profonda, facile faticabilità per sforzi anche leggeri, una leggera nausea di sottofondo, senso di confusione mentale, un abbassamento costante dell’umore o una sua continua variazione con alternanza di visione rosea e nera della nostra vita, senza motivi apparenti.

L’alterata, eccessiva e continua produzione di citochine proinfiammatorie da stress cronico può andare a ledere le strutture interne dell’organismo stesso, come la matrice extracellulare, le pareti dei vasi sanguigni e le mucose, fra cui quella intestinale.

Nel cervello l’infiammazione interferisce con l’attività sinaptica, mettendo le premesse per lo sviluppo di problemi emozionali, da quelli più leggeri, come un senso continuo di inquietudine, di allarme di fondo, a quelli più gravi, che possono arrivare a patologie psichiatriche vere e proprie.

In una visione filogenetica, evoluzionistica, la risposta allo stress è un evento acuto a rapida comparsa e, in teoria, ad altrettanto rapida scomparsa.

Siamo fatti per affrontare stress occasionali, ma non per “starci” a tempo indeterminato, quasi come un normale stato esistenziale”.

Le due dimensioni, quella psichica e quella biologica , come afferma F.Bottaccioli, esperto in Psiconeuroendocrinoimmunologia, vanno sempre tenute insieme: solo cosi infatti possiamo spiegare perché l’infiammazione possa, per esempio, rendere una persona meno disponibile alle novità (alterando ippocampo e sostanza nera) e più disponibili a vedere i pericoli anziché le opportunità (alterando lo striato ventrale), come dimostrano studi sperimentali su volontari sani.

Lo stress è “l’essenza della vita”, secondo la definizione di Hans Selye, ma la risposta allo stress, per dirsi fisiologica, deve essere transitoria, deve attivarsi e disattivarsi in tempi ragionevolmente brevi. Stress prolungati possono invece portare a malattie. Tra gli stimoli endogeni attivatori della risposta dello stress, i più importanti sono: variazioni rapide della glicemia, infiammazione cronica, acidosi della matrice extracellulare (lo spazio che intercorre fra le cellule di tutto l’organismo) e prenda di grasso viscerale.

Come si spiega il rapporto stress-malattie?

Dal punto di vista biologico lo stress corrisponde a :

  • una iperproduzione di cortisolo
  • un’aumentata eccitabilità di tutti i nostri sistemi biologici
  • un aumento della vigilanza (“eretismo psichico”, oggi diventato “ansia libera” o  “generalizzata” nelle diagnosi psichiatriche)
  • una infiammazione cronica silente di grado elevato
  • uno squilibrio neurovegetativo (tra ortosimpatico e vago)

Lo stress aumenta la glicemia, la glicemia aumenta la produzione di insulina, l’iperinsulinismo aumenta il livello infiammatorio sistemico, l’infiammazione sistemica aumenta il rischio di malattie metaboliche (diabete, obesità), infiammatorie croniche, stanchezza cronica, fibromialgia, depressione, asma, malattie autoimmunitarie, trombotiche, degenerative e tumorali.

Ecco spiegato il rapporto stress e malattie.

Stress non è sola la nostra scontentezza o la nostra stanchezza per le troppe cose da fare o la nostra frustrazione. É molto di più. È un indice di perdita della salute vera.

La salute viene intesa come l’avere gli esami di laboratorio normali.

Questa è un illusione; sentirsi perennemente stressati è non essere più in salute, e deve essere il punto di partenza per cominciare un bellissimo viaggio di comprensione e trasformazione di noi stessi, del nostro mondo emozionale, psicologico e/o del nostro stile di vita.

Coltivare la serenità, per esempio, può essere un passo da cui cominciare, e non è solo un esercizio filosofico, ma vuol dire contribuire a mantenere entro ambiti fisiologici i livelli di infiammazione e quindi supportare uno stato salutare.

In questo senso, l’amore è il più antinfiammatorio dei sentimenti.

Con questo non voglio dire che se si è innamorati non ci si ammalerà mai, ma certamente è la scelta più giusta da fare per rallentare l’inflammaging e l’invecchiamento cellulare.

Si parla di un atteggiamento di amore, di un sentirsi in amore, non solo di amore relazionale.

Ancora una volta, abbiamo scoperto che possiamo fare molto per noi stessi e la nostra salute.

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Scopri i Tesori della Natura: Il Polline e le sue Straordinarie Qualità 17 Jan 2024, 4:15 pm

Scopriamo insieme le caratteristiche di questo strabiliante alimento: vivo, nutriente, benefico. Conosciuto da tempo immemore come supplemento nutrizionale, è usato nelle medicine naturali antiche come coadiuvante della salute.

Cos’è

Il polline è una sostanza delle più ricche offertaci dalla natura; non è un elaborato delle api come ad esempio il miele, ma semplicemente raccolto da esse sui fiori. La sua composizione varia notevolmente tra le diverse specie vegetali, ma generalmente include proteine, aminoacidi, lipidi, zuccheri, vitamine e minerali. Il colore e la forma dei granuli di polline possono variare, offrendo una diversità affascinante tra le piante. Trasportato dal vento, dagli insetti o altri mezzi, il polline svolge un ruolo cruciale nella diffusione delle piante e, contemporaneamente, offre diversi benefici per la salute umana.

Una meraviglia della natura

L’attività di raccolta del polline da parte dell’ape è molto complessa: il polline rimane intrappolato nei sottili peli presenti sul corpo dell’ape bottinatrice quando questa si posa sulla corolla di un fiore per raccoglierne il nettare. L’ape si pulisce via il polline dal corpo unendo e impastando polline e nettare, fino a formare le caratteristiche “palline” che saranno anche l’alimentazione proteica delle larve.

La sua composizione

La composizione precisa del polline può variare notevolmente a seconda della specie di pianta da cui proviene. Tuttavia, in generale, il polline è costituito principalmente da:

  1. Proteine: Sono fondamentali per la crescita e lo sviluppo delle piante e possono contribuire agli effetti benefici del polline sulla salute umana.
  2. Aminoacidi: Costituenti essenziali delle proteine, gli aminoacidi presenti nel polline contribuiscono alle sue proprietà nutritive.
  3. Lipidi: Questi comprendono grassi e oli che forniscono energia e contribuiscono alla struttura cellulare.
  4. Zuccheri: Essenziali per la produzione di energia e per sostenere le funzioni metaboliche delle piante.
  5. Vitamine: Il polline è una fonte naturale di vitamine e minerali cruciali per il benessere generale. Tra questi troviamo la vitamina C, vitamine del gruppo B(B1,B2,B3,B4,B5,B6,B7,B8,B9,B12), acido folico, altre vitamine: A,D,E,K,PP.
  6. Minerali: Elementi come il calcio, il magnesio e il potassio possono essere presenti, fornendo sostegno alle funzioni vitali delle piante e potenzialmente apportando benefici per la salute umana. Va sottolineato che la quantità e la proporzione di questi componenti possono variare considerevolmente, rendendo il polline un composto diversificato e ricco di nutrienti. La specifica composizione del polline dipende dalla specie di pianta, dalle condizioni ambientali e da altri fattori.

Perché è tanto prezioso per noi?

Il polline, spesso sottovalutato, è un autentico gioiello della natura ricco di proprietà benefiche per il nostro benessere. Questo composto microscopico, prodotto dai fiori delle piante, va oltre il suo ruolo nella riproduzione vegetale, offrendoci una miriade di vantaggi per la salute.

Essendo preposto alla nutrizione delle giovani larve e alla sintesi della pappa reale da parte delle apicultrici, non può sorprendere che il polline d’api sia un alimento particolarmente nutriente, ricco di benefici.

A cento grammi di prodotto corrispondono 285 cal (1195Kj) fornite da: acqua, proteine e amminoacidi essenziali in proporzioni variabili fino a un massimo di 30%,circa il 10% di zuccheri (glucosio e fruttosio), circa il 5% di lipidi costituiti essenzialmente da steroli e acidi grassi insaturi, enzimi e diversi pigmenti per il restante 10%. Ne risulta un alimento perfettamente bilanciato con le seguenti caratteristiche:

    1. Potente Antiossidante: Il polline è un concentrato di antiossidanti che aiutano a combattere i radicali liberi nel corpo. Questi radicali liberi, causati da fattori ambientali e stress, possono danneggiare le cellule e accelerare l’invecchiamento. Integrare il polline nella dieta quotidiana può contribuire a mantenere energia e benessere.
    2. Sostegno al Sistema Immunitario: Diversi studi hanno evidenziato il potenziale del polline nel rafforzare il sistema immunitario. Gli elementi presenti nel polline possono aiutare a stimolare la produzione di anticorpi e a migliorare la risposta del corpo alle infezioni, contribuendo così a difenderci da malattie e patogeni.
    3. Energia Naturale:Il polline è una fonte naturale di energia, fornendo una combinazione equilibrata di proteine, carboidrati complessi e vitamine. Questa sinergia di nutrienti può sostenere livelli di energia costanti nel corso della giornata, aiutando a combattere la stanchezza e a migliorare la resistenza.
    4. Ottimo Digestivo: Con la sua ricca composizione di enzimi e fibre, il polline può contribuire a migliorare la digestione. Aiuta a mantenere un equilibrio nel sistema digestivo, favorendo una regolare funzionalità intestinale e riducendo eventuali disturbi digestivi.
    5. Antinfiammatorio: l’efficacia nel contrastare l’infiammazione da parte del polline d’api è nota fin     dall’antichità e va ricercata soprattutto nei suoi componenti, in primis la vitamina C dalla ben nota azione antinflofigistica, ma anche in componenti, forse, meno conosciuti: i flavonoidi, antiossidanti peculiari delle specie vegetali. In particolare, una classe di questi pigmenti, le antocianine, svolgono una potente azione antinfiammatoria inibendo direttamente i pricipali enzimi di innesco dell’infiammazione: la ciclossiganasi e la lipossigenasi.

    6. Un aiuto per l’umore: il polline d’api può essere usato nei periodi di convalescenza e come ricostituente anche del tono umorale grazie al suo sostegno dei sistemi neuro endocrini.

Dosi e consigli di utilizzo

I granuli di polline possiedono un odore e un gusto particolari, dolce e aromatico molto simile al profumo dei fiori. La consistenza è morbida e il colore v variabile a seconda delle specie vegetali dalle quali è stato raccolto.

Si consiglia di masticarle accuratamente e lentamente, ammorbidendone il gusto deciso magari mischiandolo a yogurt o porridge.

La quantità consigliata è di circa 15/20 grammi al giorno per gli adulti (un cucchiaio), e di 5/10 grammi per i bambini per un periodo tra 1 e 3 mesi, ripetendone l’assunzione un paio di volte all’anno.

possono essere spezzettati o triturati (poichè il guscio che li avvolge non viene digerito dallo stomaco) e masticati direttamente, oppure possono essere sciolti in bevande tiepide (la cottura ne inattiva tutti i principi attivi) come la camomilla o il latte o, ancora, miscelati allo yogurt o al miele, meglio se a colazione.

Ancora una volta quindi la natura ci regala un tesoro utile al benessere dell’intero nostro organismo.

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Il ruolo fondamentale della Melatonina nel sonno 29 Nov 2023, 4:09 pm

Il sonno è un aspetto essenziale della nostra vita e influenza direttamente la nostra salute fisica e mentale. Ecco alcune ragioni che ne dimostrano l’importanza:

  1. Ripristino fisico: durante il sonno, il corpo si ripara e si rigenera. Ciò include la crescita e la riparazione delle cellule, il rafforzamento del sistema immunitario e il recupero di energia.
  2. Consolidamento della memoria: il sonno contribuisce al consolidamento della memoria e delle abilità apprese durante la giornata. Questo è fondamentale per il processo di apprendimento e per mantenere una mente efficiente.
  3. Equilibrio ormonale: il sonno regolare contribuisce a mantenere in equilibrio diversi ormoni, inclusi quelli coinvolti nella regolazione dell’appetito, dello stress e del metabolismo.
  4. Salute Cardiovascolare: una buona qualità del sonno è associata a un minor rischio di malattie cardiovascolari. Il sonno insufficiente può contribuire all’ipertensione e ad altri problemi cardiaci.
  5. Miglioramento dell’umore: il sonno influisce sul nostro stato d’animo e sulla salute mentale. La mancanza di sonno può contribuire all’irritabilità, allo stress e all’ansia.
  6. Gestione del peso: la qualità del sonno è collegata alla regolazione dell’appetito e al controllo del peso. La mancanza di sonno può portare a cambiamenti nei livelli di ormoni che regolano la fame e la sazietà.
  7. Equilibrio emotivo: un sonno adeguato contribuisce all’equilibrio emotivo e alla capacità di affrontare lo stress quotidiano. La mancanza di sonno può aumentare la sensibilità allo stress.
  8. Performance cognitiva: un buon sonno è fondamentale per una performance cognitiva ottimale, inclusa l’attenzione, la concentrazione e la risoluzione dei problemi.
  9. Miglioramento delle prestazioni fisiche: gli atleti beneficiano notevolmente da un sonno di qualità, poiché contribuisce alla riparazione muscolare, al recupero e alla prestazione atletica. In sintesi, la qualità del sonno è un pilastro fondamentale per mantenere uno stato di salute ottimale. Un sonno regolare e riposante è un investimento prezioso per il benessere a lungo termine.

In questo contesto, la melatonina emerge come una figura chiave, svolgendo un ruolo fondamentale nella regolazione del ciclo sonno-veglia.

In questo articolo, esploreremo in profondità la melatonina, la sua produzione naturale nel corpo, i suoi effetti sul sonno e come l’integrazione di questa sostanza può migliorare la qualità del riposo notturno.

La Melatonina: l’ormone del sonno

La melatonina è un ormone prodotto dalla ghiandola pineale, una minuscola ghiandola situata nel cervello, nota anche come “terzo occhio”. Questa sostanza è profondamente coinvolta nella regolazione del ritmo circadiano, un processo biologico che segue un ciclo di circa 24 ore, influenzando il sonno e altri aspetti delle funzioni corporee.

La produzione di melatonina è strettamente legata alla percezione della luce. Quando cala la luce, specialmente alla sera, la ghiandola pineale inizia a produrre melatonina in risposta al buio circostante. Questo segnale indica al nostro corpo che è il momento di prepararsi per il riposo notturno.

Regolazione del ritmo circadiano e sonno profondo

Il ritmo circadiano è una sorta di “orologio biologico” che regola numerosi processi fisiologici, tra cui la temperatura corporea, la pressione sanguigna e la secrezione di ormoni. La melatonina svolge un ruolo chiave nel mantenere questo ritmo, aiutando a sincronizzare i vari processi del corpo per garantire un sonno e un risveglio regolari. Durante la notte, la melatonina raggiunge livelli massimi, indicando al corpo di prepararsi al sonno profondo. Questa fase del sonno è cruciale per il ripristino fisico e mentale, contribuendo alla conservazione delle energie, alla riparazione dei tessuti e al consolidamento della memoria.

L’influenza della Luce Artificiale sulla Melatonina

Nel mondo moderno, l’esposizione costante alla luce artificiale, specialmente da dispositivi elettronici come smartphone e computer, può disturbare il naturale equilibrio della melatonina. Questa esposizione prolungata alla luce, soprattutto di sera, può sopprimere la produzione di melatonina, disturbando il ritmo circadiano e portando a problemi di sonno. Per migliorare la qualità del sonno, è consigliabile limitare l’uso di dispositivi elettronici prima di andare a letto e favorire un ambiente buio e tranquillo per incoraggiare la produzione naturale di melatonina.

melatonina per il sonno

Integrazione di Melatonina: un aiuto per il sonno

In alcuni casi, la produzione naturale di melatonina può essere compromessa, portando a disturbi del sonno. In situazioni come queste, l’integrazione di melatonina può essere una soluzione utile. Gli integratori di melatonina sono progettati per fornire una dose extra di questo ormone, aiutando a regolare il ciclo sonno-veglia e migliorare la qualità del sonno.

Risulta particolarmente utile nella fase iniziale del sonno, spesso chiamata “fase di addormentamento” o “sonno leggero”; questa è la fase in cui il corpo inizia a rilassarsi e a prepararsi per il sonno più profondo.

La melatonina, quando adeguatamente rilasciata o integrata, può contribuire a ridurre il tempo necessario per addormentarsi. Se ne consiglia l’assunzione una mezz’ora prima di andare a coricarsi.

In conclusione, la melatonina è una sostanza straordinaria che svolge un ruolo cruciale nella nostra capacità di ottenere un sonno di qualità. Comprendere il suo impatto sul ritmo circadiano e sulla fase del sonno profondo può aiutarci ad adottare pratiche che favoriscono un riposo notturno rigenerante contribuendo al nostro generale benessere.

Un consiglio in più: connettiti con il tuo respiro per favorire il buon riposo

Concludere la giornata con un esercizio di rilassamento significa attivare il Sistema Nervoso Parasimpatico, ridurre lo stress e favorire il buon sonno.

Un esercizio di rilassamento utile per favorire un riposo di qualità è il seguente, da eseguire preferibilmente a letto,la sera  prima di addormentarsi:

Chiudi gli occhi dopo aver fatto un bel respiro profondo, e inizia a portare la consapevolezza allo spontaneo fluire del respiro.

Senti l’aria che entra ed esce dalle narici e, tutte le volte che i pensieri arrivano a distrarti, semplicemente con gentilezza e pazienza, riporta la consapevolezza al tuo respiro.

Inspira lentamente contando fino a 4 ed espira contando fino a 8.

Ripeti questo ciclo alcune volte e immagina di poter lasciar andare tensioni, rigidità, pensieri superflui, ad ogni respirazione sempre di più.

Può capitare di addormentarsi durante l’esercizio. Va benissimo.

In ogni caso è un modo di calmare la mente, creare l’atmosfera interiore più adatta per favorire un sonno profondo e rigenerante.

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Come l’infiammazione cronica silente influenza il nostro mondo interiore 18 Oct 2023, 12:50 pm

“Mens sana in corpore sano”

“Mens sana in corpore sano”: già anticamente era chiaro quanto il legame corpo-mente fosse indissolubile.

Tutto ciò che accade nella mente ha un riflesso sul corpo, e viceversa.

Sempre più la ricerca scientifica conferma quanto sia necessario occuparsi di benessere mentale se vogliamo raggiungere il benessere fisico, e viceversa.

Insomma, corpo e mente procedono “a braccetto”.

La mente non recepisce soltanto i pericoli provenienti dal mondo esterno, ma anche quelli provenienti dal mondo interno.

Ci sono numerosi recettori interni che informano sulla compatibilità fra ambiente interno e preservazione della vita: sono i chemocettori, deputati alla registrazione dei cambiamenti della chimica del corpo, che il sistema nervoso centrale analizzerà, per poi definire le successive strategie correttive delle situazioni ritenute pericolose.

Ci sono recettori sensibili alle variazioni della concentrazione dell’ossigeno, dell’anidride carbonica, del pH nel sangue (chemocettori respiratori o glomi carotide ed aortici), del solo pH del liquido cefalorachidiano e del liquido interstiziale cerebrale (chemocettori bulbari).

Quello che è interessante notare è che il nostro mondo interno dialoga con il cervello e viceversa.

Cosa succede se un organismo comunica infiammazione?

Se si è in infiammazione cronica, è come se la mente recepisse una minaccia…che questa venga dall’esterno o dal mondo interno, il risultato è lo stesso: un senso di inquietudine, di ipervigilanza, di allarme, cui diamo un nome: “ansia”.

Ebbene, la causa per lo più misconosciuta di ansia è l’infiammazione cronica silente di basso grado. A seconda del suo “grado”, avremo sintomi ansiosi maggiori o minori.

Rapporto tra mente e infiammazione

Non esiste la “mente” come entità a se stante: la mente è una funzione del cervello.

Un cervello infiammato sta alla base di una mente in squilibrio.

Tale squilibrio è proporzionale al sovvertimento della comunicazione tra neuroni indotto dall’infiammazione.

Un terreno biologico profondamente “sfiammato” ed alcalino, dal punto di vista psichico si caratterizza per una condizione di fondo di calma interiore: si sente fluire la vita dentro di noi in modo armonico, con la piacevole sensazione di essere contenti e felici pur senza un motivo apparente.

Nell’approcciarsi alle problematiche psicologiche quindi, che si tratti di counselling o di terapia, occorre tenere conto delle connessioni fra mente e biochimica della matrice extracellulare (MEC), fra mente e infiammazione.

Uno stato di ansia cronico, ad esempio, può giovarsi di una profonda e duratura alcalinizzazione della MEC e della cessazione della morsa del binomio iperglicemia/iperinsulinemia; già “solo” occupandosi di questi cambiamenti, si è in grado di riscoprire un senso ormai dimenticato di tranquillità interiore.

La condizione normale dell’uomo è quella di una tranquillità di fondo, in cui non ci sia una prevalenza dell’una o dell’altra componente del sistema neurovegetativo (ortosimpatica o parasimpatica). Oggi invece, è sempre più dilagante quello squilibrio a carico di un Simpatico sempre più in attivazione senza la capacità inibitrice del Parasimpatico, tale per cui i disagi legati a un’eccessiva tensione diventano numerosissimi.

Quindi che fare, per invertire la tendenza infiammatoria?

Ci sono molti modi per limitare e/o controllare la spinta di infiammazione a cui siamo sottoposti: una corretta alimentazione, un integrazione mirata, un’ opportuna attività fisica…

In questo contesto, visto che stiamo parlando di psicologia, approfondirò il ruolo della pratica regina in tal senso: la meditazione.

Chi medita regolarmente si ammala meno.

Le compagnie assicurative statunitensi abbassano i premi assicurativi delle polizze-malattie e polizze-vita di coloro che meditano regolarmente.

Meditare regolarmente abbassa il tasso di ormoni dello stress e aiuta a sopprimere gli stati di infiammazione cronica.

“In uno studio randomizzato controllato del 2016, i ricercatori hanno scoperto, per la prima volta, che l’allenamento attraverso la meditazione consapevole influisce su circuiti cerebrali misurabili che producono benefici per la salute infiammatoria. Alla metà di un gruppo di 35 adulti stressati, in cerca di lavoro, è stata chiesto di partecipare ad un programma di ritiro intensivo di meditazione consapevole di tre giorni, mentre gli altri hanno semplicemente completato un programma di rilassamento di tre giorni che non aveva una componente di consapevolezza. Sono state esaminate scansioni cerebrali per alterazioni nella connettività funzionale in condizione di riposo (DMF) in modalità predefinita (rsFC) e i risultati suggeriscono che l’allenamento di meditazione consapevole e non l’allenamento di rilassamento aumenta la corteccia cingolata posteriore rsFC con corteccia prefrontale dorsolaterale sinistra (dlPFC), una regione nota per essere importante nel controllo esecutivo top-down a riposo, che, a sua volta, è associato a miglioramenti in un marker di rischio di malattia infiammatoria. Campioni di sangue hanno mostrato che i partecipanti sottoposti ad un allenamento di meditazione consapevole avevano livelli più bassi di interleuchina-6, un biomarker di infiammazione, rispetto a coloro che avevano fatto un ritiro di rilassamento.”

Riporto anche un interessante studio dell’università dell’Ohio: i volontari erano esposti a uno stimolo infiammatorio locale sulla pelle (una pomata di capsaicina, insomma…peperoncino). E nello stesso tempo veniva indotto uno stato di stress. Si è visto che quelli che praticavano meditazione mindfulness avevano sintomi più leggeri, e cioè meno arrossamento, rigonfiamento, fastidio e dolore.

Questo effetto antinfiammatorio è risultato superiore ad altre tecniche per la riduzione dello stress. In pratica, riducendo lo stress con la meditazione si ottiene un effetto positivo sul corpo. E la meditazione appare come la strategia più efficace per centrare l’obiettivo.

Questo significa che una condizione psichica (o cerebrale), come lo stress, ha effetti sul corpo attraverso la regolazione della risposta immunitaria (che è alla base dell’infiammazione). Non a caso, le parti del corpo più colpite dall’infiammazione sono quelle che hanno una funzione di barriera, che sono a diretto contatto con l’esterno, come la pelle o l’intestino. E’ a questo livello, infatti, che ci sono le difese per combattere l’aggressione di virus, batteri e inquinanti. Ma anche lo stress è una reazione di difesa: ci dice che qualcosa non sta andando per il verso giusto e scatena le risposte difensive, tra cui l’infiammazione.  Riducendo lo stress, quindi, arriva un messaggio al corpo: “Calma, non c’è pericolo, non è necessario ricorrere all’infiammazione”.

Come spesso accade, quindi, dai tempi più antichi arriva la saggezza di una pratica millenaria ed estremamente attuale, necessaria da riscoprire nei nostri tempi moderni.

Bibliografia:

Vivere alcalini vivere felici” di Andrea Grieco;

“Gli effetti della meditazione sull’infiammazione” di Massimo Spattini

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Le noci di macadamia: Benefici per la Salute e Profilo Nutrizionale 21 Aug 2023, 2:51 pm

Le noci di macadamia sono piccoli tesori nutrizionali provenienti dall’albero di macadamia, originario delle regioni tropicali dell’Australia. Questi frutti secchi, dal sapore ricco e burroso, sono ampiamente apprezzati non solo per il loro gusto unico ma anche per i numerosi benefici che offrono alla salute umana. In questo articolo, esploreremo in dettaglio cosa sono le noci di macadamia e come contribuiscono al benessere generale dell’organismo.

Origine e caratteristiche delle Noci di Macadamia

Le noci di macadamia traggono le loro origini dalle regioni tropicali dell’Australia, dove gli alberi di macadamia crescono naturalmente. La scoperta di queste noci è attribuita a due individui: il medico scozzese John Macadam, da cui prendono il nome, e il botanico Walter Hill. Macadam scoprì la noce e la fece assaggiare a Hill, il quale riconobbe subito il suo valore. Fu Hill che promosse la coltivazione delle noci di macadamia per fini commerciali.

La coltivazione delle noci di macadamia per uso alimentare ebbe inizio negli anni ’60 del XIX secolo. Le noci erano inizialmente raccolte da alberi selvatici, ma ben presto l’interesse per la coltivazione su larga scala portò alla creazione di piantagioni dedicate. A partire dalla metà del XX secolo, la coltivazione delle noci di macadamia si diffuse in diverse parti del mondo, compresi i territori tropicali degli Stati Uniti, dell’America Latina e dell’Africa.

Coltivazione delle Noci di Macadamia

La coltivazione delle noci di macadamia richiede un ambiente tropicale o subtropicale con temperature moderate e precipitazioni consistenti. Ecco alcuni aspetti chiave della coltivazione delle noci di macadamia:

  1. Selezione del Terreno: Gli alberi di macadamia richiedono terreni ben drenati e fertili. Sono adatti a suoli con un pH leggermente acido o neutro.
  2. Piantagione: Le noci di macadamia vengono coltivate principalmente attraverso la piantagione di alberi da semi o tramite innesti. Gli alberi innestati tendono a produrre frutti di migliore qualità rispetto a quelli provenienti da semi.
  3. Crescita e Cura: Gli alberi di macadamia richiedono cura e attenzione costanti. La potatura, l’irrigazione regolare e la gestione dei parassiti sono componenti essenziali per garantire una buona produzione di noci.
  4. Raccolta: Le noci di macadamia sono pronte per la raccolta quando cadono naturalmente dagli alberi. Questo indica che sono mature e pronte per essere raccolte.
  5. Essiccazione e Sgusciatura: Dopo la raccolta, le noci vengono essiccate per abbassare il loro contenuto di umidità. Successivamente, vengono sgusciate per ottenere i semi commestibili.
  6. Lavorazione e Distribuzione: Dopo essere state sgusciate, le noci di macadamia possono essere consumate fresche o lavorate in vari prodotti, come oli, burro di noci e snack. Questi prodotti vengono poi distribuiti sul mercato.
  7. Sostenibilità: La coltivazione delle noci di macadamia è stata spesso associata a pratiche agricole sostenibili, poiché gli alberi possono contribuire alla conservazione del suolo e all’uso efficiente dell’acqua.

Oggi, le noci di macadamia sono apprezzate in tutto il mondo per il loro sapore unico e per i benefici nutrizionali che offrono. La coltivazione continua a crescere, con sforzi per migliorare la resa e la qualità delle noci, nonché per promuovere pratiche agricole sostenibili.

Profilo nutrizionale delle Noci di Macadamia

Le noci di macadamia sono una fonte concentrata di nutrienti essenziali, offrendo una varietà di vitamine, minerali e grassi sani.

Ecco un’analisi del loro profilo nutrizionale:

  • Grassi Sani: Le noci di macadamia sono particolarmente note per il loro alto contenuto di grassi monoinsaturi, tra cui l’acido oleico. Questi grassi sono noti per favorire la salute cardiaca e ridurre il colesterolo cattivo (LDL) nel sangue.
  • Fibre: Questi frutti secchi sono anche una buona fonte di fibre alimentari, che favoriscono la regolarità intestinale e contribuiscono al senso di sazietà.
  • Antiossidanti: Le noci di macadamia contengono antiossidanti come la vitamina E e il selenio, che aiutano a combattere lo stress ossidativo e a proteggere le cellule dai danni.
  • Vitamine e Minerali: Oltre alla vitamina E, le noci di macadamia contengono piccole quantità di vitamine del gruppo B, come la tiamina e la niacina. Contengono anche minerali come il magnesio, il fosforo e il potassio, che supportano varie funzioni corporee.

Benefici per la Salute delle Noci di Macadamia

L’inclusione delle noci di macadamia nella dieta può comportare diversi vantaggi per la salute:

Salute Cardiaca: Grazie all’alto contenuto di grassi monoinsaturi e all’assenza di colesterolo, le noci di macadamia possono contribuire a migliorare i livelli di colesterolo nel sangue e ridurre il rischio di malattie cardiache.

Controllo del Peso: Le noci di macadamia, nonostante siano caloriche, possono aiutare nel controllo del peso grazie alla loro capacità di promuovere la sazietà grazie alle fibre e ai grassi sani.

Salute Cerebrale: Gli antiossidanti presenti nelle noci di macadamia possono contribuire a proteggere il cervello dai danni causati dallo stress ossidativo e dall’invecchiamento.

Salute delle Ossa: Grazie al contenuto di minerali come il magnesio e il fosforo, queste noci possono sostenere la salute delle ossa e dei denti.

Regolarità Intestinale: Le fibre presenti nelle noci di macadamia possono contribuire a migliorare la regolarità intestinale e favorire una buona digestione.

Le noci di macadamia sono versatili e possono essere utilizzate in vari modi in cucina. Ecco alcuni dei principali usi delle noci di macadamia:

  1. Consumo Crudo: Le noci di macadamia possono essere semplicemente consumate da sole come snack. Il loro sapore burroso e la consistenza croccante le rendono un’ottima opzione per uno spuntino salutare.
  2. Cucina Dolce: Le noci di macadamia possono essere aggiunte a dolci, biscotti, torte, cioccolata fusa e gelati. Aggiungono un tocco di croccantezza e un sapore ricco alle preparazioni dolci.
  3. Cucina Salata: Le noci di macadamia possono essere usate come ingrediente in piatti salati come insalate, condimenti per insalate, zuppe e piatti di riso. Aggiungono un contrasto di consistenza e sapore alle pietanze.
  4. Burro di Noci di Macadamia: Come le altre noci, le noci di macadamia possono essere trasformate in burro di noci. Questo burro cremoso può essere spalmato su pane, aggiunto a frullati o utilizzato come ingrediente per la preparazione di salse e condimenti.
  5. Granola e Muesli: Le noci di macadamia possono essere un’aggiunta deliziosa a cereali, granola e muesli, aggiungendo sia sapore che nutrienti.
  6. Integrazione in Piatti Vegetariani e Vegani: Grazie al loro contenuto di grassi e proteine, le noci di macadamia possono essere utilizzate in piatti vegetariani e vegani per arricchire il valore nutrizionale.

Oltre agli usi culinari, le noci di macadamia sono anche impiegate nell’industria cosmetica e nella produzione di oli per massaggi. La loro versatilità e il loro sapore unico le rendono un ingrediente prezioso in cucina e nella cura personale.

In conclusione, le noci di macadamia sono un’aggiunta gustosa e nutriente alla dieta che offre una serie di benefici per la salute. Con il loro profilo nutrizionale ricco di grassi sani, antiossidanti e nutrienti essenziali, queste noci possono contribuire a migliorare e sostenere il benessere dell’intero organismo.

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Magnesio: un prezioso alleato anche per il benessere dei bambini 13 Jul 2023, 7:34 am

Breve panoramica sui benefici del magnesio

Il magnesio viene spesso, giustamente, considerato il Re degli integratori, in quanto partecipa a più di trecento processi metabolici; cosa vuol dire?

“Partecipa” in questo caso sta per “catalizza”, cioè rende possibili e velocizza centinaia di reazioni biochimiche, che in sua assenza risultano rallentate ma, oltre un certo livello di carenza, impossibili a verificarsi.

Le conseguenze sono facilmente intuibili: tutti i sistemi di regolazione più importanti, dalla digestione, all’assorbimento, alla detossificazione, alla escrezione renale, alla funzione ormonale, all’attività dei neurotrasmettitori cerebrali, vengono messi in crisi.

Inoltre, il substrato energetico che le cellule utilizzano chiamato ATP (Adenosin-tri-fosfato), per poter essere utilizzato, richiede la presenza di magnesio.

Senza magnesio la cellula non vive, non ha rifornimento energetico e pertanto il suo metabolismo si altera, diminuendo la sua vitalità.

E c’è di più: il magnesio mantiene in salute bioelettrica il metamero, o perlomeno ne migliora la capacità di tollerare sollecitazioni sensoriali.

La vita dell’organismo è regolata dall’attività dei nervi, che presiedono a tutte le funzioni. Dei nervi il magnesio regola l’eccitabilità: per questo una sua carenza si ripercuoterà sulla eccitabilità di tutto il Sistema Nervoso.

A livello metamerico, una carenza di magnesio renderà più facile l’instaurarsi di cortocircuiti, di disordini nella gestione degli input sensoriali, e di risposte neurovegetative accentuate.

A livello dei vari organi, il magnesio, modulando l’eccitabilità dei nervi spinali, migliora il controllo neurovegetativo delle varie funzioni di ogni singolo organo; ad esempio, i muscoli scheletrici in genere, ed anche il cuore, che è un muscolo scheletrico, migliorano la loro contrattilità; in più, a livello del cuore, viene aumentata la stabilità bioelettrica, con minor rischio di aritmie; i vasi sanguigni vanno meno incontro a fenomeni di vasocostrizione: ciò risulta utile ad esempio nella prevenzione dell’emicrania e della ipertensione arteriosa; a livello intestinale riduce gli spasmi della muscolatura liscia della parete intestinale, con miglioramento della peristalsi e dei sintomi da colon irritabile; ammorbidisce le feci, per richiamo di liquidi nel lume intestinale (prerogativa dell’assunzione di magnesio soprattutto in polvere e di certi sali di magnesio, come il citrato di magnesio, che in maniera dolce può contribuire a risolvere la stitichezza); riduce i sintomi della dismenorrea; aiuta a prevenire stati di ansia ed attacchi di panico.

Il miglioramento della contrazione muscolare e la riduzione della tendenza ai crampi, fanno sì che oggi siano tutti d’accordo nell’attribuire al magnesio un ruolo fondamentale nella dieta di chi pratica sport sia per scopi salutistici sia a livello agonistico.

Carenza di magnesio

Quali sono i sintomi associati a una carenza di magnesio?

A parte la maggior facilità ai crampi, alle miotonie benigne, occasionali ( contrazioni involontarie di muscoli o parti di essi) alle fascicolazioni benigne (come quelle del muscolo orbicolare dell’occhio e della bocca, dove si avvertono vibrazioni nelle palpebre ed attorno alla bocca) non ci sono sintomi specifici da carenza di magnesio.

Alcuni sintomi, elencati qui sotto, pur se associabili ad altre patologie, possono comunque essere espressione di una sua carenza:

  • formicolii, crampi muscolari, mioclonie e fascicolazioni
  • astenia, con un senso di svogliatezza e di stanchezza che può essere percepito anche come molto profondo, che non recede con il riposo, ma che sembra anzi essere aggravato dal riposo stesso, in quanto più si dorme e più ci si sente stanchi,

É da ricondurre ad una minore efficienza della contrazione per insufficiente controllo nervoso ma anche per deficit energetico ATP- dipendente

  • Facilità all’affaticamento muscolare
  • Ridotta capacità di concentrazione, che disturba così la capacità di memorizzazione
  • Nervosismo ed aumentata risposta emozionale agli eventi della vita quotidiana
  • Dolori migranti, non accompagnati da alcun segno di infiammazione
  • Stitichezza e dolori addominali
  • Movimenti delle gambe nel sonno (sindrome delle gambe senza riposo o restless leg syndrome) o un senso di inquietudine alle gambe, accompagnato da senso di bruciore, soprattutto nelle ore serali.
  • Cefalea, specialmente di tipo muscolo-tensivo, ed emicrania
  • Disturbo del sonno, con risvegli frequenti, spesso bruschi
  • Dolori mestruali
  • Senso vago di malessere generale e nausea
  • Vertigini, con senso di sbandamento e/o instabilità
  • Aumentata incidenza di allergie (rinite allergica, orticaria)
  • Ridotta efficienza del Sistema Immunitario

Gran parte della popolazione oggi è più o meno gravemente carente di magnesio.

Questo è da attribuire a diversi fattori:

  • un aumentato consumo legato all’aumento dell’impegno neurologico del nostro stesso vivere: pensare, muoversi, vedere, udire, odorare, gustare, sono tutte attività che richiedono magnesio;
  • una minore presenza di magnesio nei cibi, dovuta alla perdita di una buona parte del suo contenuto nel terreno, da quando, alcuni decenni fa, si è cominciato a sostituire allo stallatico come concimante i concimi chimici.

Si pensi poi che in un mondo di stressati cronici, si è riusciti a “stressare” anche i terreni, coltivati in modo intensivo e senza quegli occasionali stop annuali verso qualunque tipo di coltivazione, che prima venivano attuati, con lo scopo di far riposare il terreno e renderlo più produttivo, quantitativamente ma anche qualitativamente.

Tratto dal libro: “Fibromialgia.Finalmente buone notizie” del Dott. Andrea Grieco

Magnesio utile anche nei bambini

Perché il magnesio è utile anche nei bambini?

Oggi più che mai i bambini sono sottoposti a stress crescenti: la scuola, i vari impegni, lo sport, i carichi emotivi e spesso ansiosi dei loro genitori.

Sempre più evidenze scientifiche dimostrano l’importanza del magnesio nel supportare anche nei bambini la qualità del sonno, il benessere psicofisico e una corretta funzionalità muscolare.

In particolare, il magnesio risulta un ottimo aiuto in caso di difficoltà nel riposo, nella concentrazione e tendenza al nervosismo e all’agitazione.

Il fabbisogno giornaliero varia in base all’età:

L’alimentazione quotidiana purtroppo sempre più spesso non riesce a coprire tali esigenze.

Questo è dovuto non solo ad abitudini sbagliate, ma anche alla scarsità dei giusti nutrienti dei cibi stessi.

In un eventuale integrazione alimentare, importante è scegliere un prodotto privo di zuccheri, e comunque gradevole anche per i più piccoli, che quindi beneficeranno delle proprietà del magnesio imparando a prendersi cura di loro stessi con piacere.

L'articolo Magnesio: un prezioso alleato anche per il benessere dei bambini proviene da Naturvis.

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